Troppo sexy per quel ruolo: Scarlett Johansson e le altre

Lo si era capito sin dai primi film. La ragazzina aveva uno sguardo "particolare", e dietro quel termine — "particolare" — ci stava tutto. Poi, ci si è messa Madre Natura. E anche il resto ha seguito la strada che quello sguardo indicava con assoluta precisione. Dal successo di "Lost In Translation" in poi, per Scarlett Johansson la bellezza è stato un passepartout: ai miglior copioni, ai migliori ruoli, ai migliori film e soprattutto ai migliori registi. Basterebbe dire che Woody Allen ne è rimasto letteralmente ipnotizzato, e nel giro di tre anni ha preteso la presenza della bellissima attrice newyorchese in altrettanti suoi film: "Match Point", "Scoop" e "Vicky Cristina Barcelona".

Peter Webber, ne "La ragazza con l'orecchino di perla", la elesse addirittura a opera d'arte, raccontando la storia del pittore olandese Jan Vermeer e della sua "casuale" modella.
Ma a volte la bellezza, ebbene sì, può essere... troppa. Tanto da trasformarsi in un handicap. A certificare questo grave "difetto" - a tal punto grave da far perdere un lavoro alla celebre diva — è stato il regista David Fincher, che ha etichettato la Johansson come "troppo sexy". Troppo sexy per il suo film, per capirci. Nel suo adattamento americano di "Uomini che odiano le donne", infatti, al sensuale Scarlett avrebbe sostenuto con impegno i provini, sentendosi dire, però, "è andata alla grande — parole di Fincher — Ma il problema è che quando c'è lei sullo schermo la gente aspetta solo il momento in cui si spoglia". La cosa farebbe ridere se non fosse... vera. Scarlett ha il potere di ipnotizzare lo spettatore con la sua carnale bellezza, cosicché chi assiste a un film nel quale lei è protagonista finisce per dedicare metà dei neuroni del proprio cervello a seguire la trama, e la restante metà ad aspettare di vederla nuda. O, peggio (meglio, cioè), a fantasticare di averla tra le braccia. Quindi, per tornare alla cronaca, la parte in "Uomini che odiano le donne" è andata a Rooney Mara. Bella, e chi dice di no. Ma titolare di una vis erotica praticamente infinitesimale rispetto a quella della Johansson.

Scarlett è il caso più clamoroso di "sexy-handicap", ma due o tre episodi analoghi meritano doverosa citazione. Restando tra le suadenti certezze della bellezza "nordica", ecco spuntare Kirsten Dunst, attualmente protagonista (avvenente e bravissima) nell'ultimo film di Lars Von Trier, "Melancholia". Il regista danese, in questa storia di apocalisse attesa e non sventata, inserisce la Dunst al centro degli eventi, usandone senza alcuna esitazione viso e corpo, per la felicità dello spettatore.